Filippo Baldinucci came from a prominent and wealthy family of Florentine merchants. A painter, theoretician, and biographer of mostly Italian artists, he worked for both the Grand Duke of Tuscany, Ferdinando II de’ Medici, and for his brother Cardinal Leopoldo de’ Medici. As a curator of the Grand Ducal collection, he was one of Italy’s leading connoisseurs. With his work cataloguing and expanding the Medici collection, he laid the foundation for the Uffizi’s art holdings. The Notizie de’ Professori del Disegno da Cimabue in qua(1681-1721), in six volumes, builds on his work as a curator and is, after Vasaris Vite, the first lengthier biography of artists in Florence. Baldinucci also wrote the Vocabolario Toscana dell’arte del disegno, which gives an overview of artistic vocabulary, and was commissiond by the Accademia della Crusca. In the Notizie, he writes the biographies of several artists who worked in the Camposanto and describes their paintings, sometimes in detail. / SB
Source: Filippo Baldinucci, Notizie de’ Professori del Disegno da Cimabue in qua. Per le quali si dimostra, come, e per chi le bell’Arti di Pittura, Scultura, e Architettura lasciata la rozzezza delle maniere Greca, e Gottica, si siano in questi secoli ridotte all’antica loro perfezione (vol. 1: Florence: Branchi, 1681, vol. 2: Florence: Piero Matini, 1686, vol. 3: )
1. Giovanni Pisano Scultore, e Architetto
“Venendo ora a Giovanni, questi avendo avuti i principj da Niccola suo Padre, doppo aver fatte molte opere di quella maniera Gottica, e ordinate più fabbriche, e fra queste il grand’edifizio del Campo Santo di Pisa cominciato l’anno 1278 che restò finito nel 1283 diede ‘l disegno del Castel Nuovo di Napoli, della facciata del Duomo di Siena, e di molte altre fabbriche per l’Italia.” (1:42)
Giovanni Pisano, Sculptor and Architect
I now come to Giovanni, who had received the principles from his father Niccola. Later he made many works in this Gothic style and more commissions were given to him. Among these was the great work of the Camposanto in Pisa, which he began in 1278 and completed in 1283, the painting of Castel Nuovo in Naples, the facade of the Cathedral of Siena and many other works throughout Italy.
2. Giotto di Bondone, Pittore, Scultore e Architetto Fiorentino
“Partitosi d’Ascesi, fece ritorno a Firenze, dove per la Città di Pisa dipinse la figura dello stesso Santo [sc. Francesco] stimatizzato, che riuscì maravigliosa in ogni sua parte, ma singolarmente per averlo figurato nel Monte della Vernia in un paese pieno d’alberi, e massi simigliantissimi al vero, cose tutte che giunsero in quell’età interamente nuove in Pittura. Erasi appunto in quella Città finita di alzare la bella fabbrica del Campo Santo, onde a Giotto, come a sovranissimo Maestro furono allogate per dipignerle alcune delle gran facciate di dentro, ed egli vi dipinse a fresco sei storie di Giob. Quest’opere che riuscrirono maravigliose gli procacciarono tanta fama, che Papa Bonifazio VIII, e non Papa Benedetto IX da Treviso (come erroneamente afferma il Vasari, seguitato dal Malvasia, e da altri) volendo far dipingere alcune cose in S. Pietro, mondò a posta un suo Gentiluomo per riconoscer Giotto, e l’opere sue, ed allora mostrò egli con quel circolo tirato perfettamente con mano quella spiritosa avvedutezza, onde nacque poi il tanto usato proverbio: Tu sei più tondo che l’O di Giotto.” (1:47)
3. Simon Memmi, Pittor Senese
“Nella terza facciata [sc. della Cappella degli Spagnuoli in S. Maria Novella] figurò la passione di Cristo Signor Nostro. Operò nel Campo Santo di Pisa, e particolarmente fece di sua mano sopra la parte principale di dentro la Vergine in atto d’esser portata dagli Angioli con suoni, e canti al possesso del Celeste Regno, ed in tre grandi spazi storie di S. Ranier Pisano. Oltre all’essere stato costui nel suo tempo un valoroso Pittore, fu anche molto fortunato, perché l’opere sue per lo gran pregio in che furon tenute da Francesco Petrarca, al quale egli aveva fatto il ritratto della sua Madonna Laura furon da lui celeberate […]. (2:4).
Simon Memmi, Sienese Painter
On the third facade [namely Spagnoli Chapel in S. Maria Novella] was depicted the Passion of our Lord Christ. He worked in the Campo Santo in Pisa and from his hand comes especially the main part of the Virgin in the center, about to be carried by the angels with sounds and songs to become the possession of the Kingdom of Heaven, and in three large areas the stories of St. Ranieri of Pisa. Besides being a brave painter in his time, he was also very lucky because his works were in the possession of Francesco Petrarch, for whom he had painted the portrait of his wife Laura, and were celebrated by him [Petrarch] […]
4. Buonamico di Cristofano detto Buffalmacco Pittore Fiorentino
“Fu chiamato a Pisa, dove fece molt’opere in S. Maria a Ripa d’Arno, e vi ebbe in aiuto il nominato Bruno. Gli furon poi date a dipingere più facciate del Campo Santo, nelle quali fece Storie a fresco dal principio del mondo fino alla fabbrica dell’Arca di Noè, e attorno a esse effigiò il proprio Ritratto al naturale in una quadratura d’un fregio, figurando se stesso in persona d’un Vecchio raso, con un Capauccio accercinato, dal quale pende un panno, che gli copre il Collo. Ebbe costui, some scrisse Messer Giovanni Boccaccio, sua abitazione in Firenze nella via del Cocomero […].” (2:12)
5. Pietro Laurati, Pittore Sanese
“In Firenze dipinse molte cose, chè il tempo ha distrutte. Nel Campo Santo di Pisa nella faccaiata accanto alla porta principale dipinse d’assai buona maniera molte Storie delle vite de’Santi Padri; e nella Pieve d’Arezzo nella maggior Cappella colorì dodici Storie della vita di Maria vergine.” (2:31).
Pietro Laurati, Sienese Painter
6. Stefano, Pittore Fiorentino
“Dipinse Stefano a fresco la Madonna del Campo santo di Pisa, nella qual’opera si portò meglio del Maestro [sc. Giotto]. Fece nel Chiostro di Santo Spirito di Firenze tre storie, che oggi più non si vedono […].” (2:34)
7. Antonio Dal Vasari detto Veneziano Pittore
“Operò nel Campo santo di Pisa dipignendo storie del Beato Ranieri, incominciate già da Simone Sanese; e fra [qu]este quella della morte, e sepoltura di quel Beato, nelle quali rappresentò alcuni ciechi, e indemoniati con altri infermi, e fra questi un idropico, tutti in atto d’essere miracolosamente sanati per li meriti di quel santo; le quali figure espresse così al vivo, e con tanta invenzione, che furono in quel secolo avute in istima non ordinaria; ne fu meno lodata una nave fluttuante tra le tempeste del mare, nella quale con pensieri appropriati al vero figurò lo sbigottimento de’naviganti, e le molte, varie azioni fatte da marinari per sottrarsi dall’imminente pericolo del naufragio. Fra le lodi, che dagli intendenti si danno a quest’artefice una fu, che lavorò con tranta diligenza l’opere sue a fresco, che non punto ebbe bisogno di ritoccarle a secco; onde ha mostrato il corso di tre secoli essersi quelle per cagione di tal sua accuratezza così ben conservate, che fino a’ tempi nostri si sono vedute molto fresche, la dove quelle degli altri anno in gran parte ceduto al tempo.” (2:55-56)
Antonio Dal Vasari, Venetian Painter
8. Andrea di Iacopo altrimenti di Cione Orcagna, detto dal Vasari Orgagna, Scultore, e Architetto Fiorentino
“Chiamato a Pisa, dipinse nel Campo santo una grande storia del Giudizio universale; ed in un’altra figurò tutti i gradi de’ signori del mondo immersi fra diletti di quello; e in altra parte fece vedere i pentiti del peccato in atto di rifuggirsi alle montagne fra gli Anacoreti; da basso espresse la figura di san Maccario, che a tre Coronati fa vedere tre cadaveri, di Re defunti non del tutto consummati. Nella stessa Città nella Chiesa dalla coscia del Ponte vecchio fece alcune opere di scultura. Tornato a Firenze, gli fu data a dipignere la facciata destra della Chiesa di santa Croce, dove toltane quella di san Maccario, rappresentò le medesime storie, che nel Campo santo di Pisa fatte avea, le quali poi nel passato secolo per occasione della fabbrica delle nuove Cappelle furon gettate a terra.” (2:65)
9. Benozzo Gozzoli, Pittore Fiorentino
Maravigliosa poi e per la sua grandezza e per la sua bontà, fu l’opera che egli fece in Pisa, cioè a dire la pittura di una facciata di muro del Campo Santo, dico quanto si estende la fabbrica, la quale abbeli con tutte le storie della Creazione del Mondo giorno per giorno, poi l’Arca, il Diluvio, la Torre di Nembrot, l’Incendio di Sodoma, la Nascta di Mosè, fino all’uscita del Popolo dall’Egitto nel Deserto: e tutte le storie Ebree sino a David e Salomone: ma questa fu poco, rispetto a quanto si vede fatto da esso per tutte le città della Toscana. (3:89)
Io pertanto desideroso di far nota la verità di questo fatto, ho volute riconoscerla dall’antiche memorie, che nella città di Pisa si veggiono di esso Benozzo Fiorentino, ad esclusione di quanto si son dati a credere coloro, che in ciò hanno ripreso il Vasari: e quello, che impedito da alter applicazioni, non potei io medesimo fare; si compiacque far per me la pia e sempre gloriosa memoria del dottissimo Niccolò Stenone, ii quale stato Erectico Luternao, poi in Firenze fattosi Cattolico, e divenuto esemplarissimo Sacerdote, finalmente fu fatto vescovo di Hannovera nella Germania, vicino a Brunswick; il cui nome è notissim o al mondo. Questi dunque, dopo aver veduto il sepolcro di esso Benozzo nel Campo Santo di Pisa, me ne diede di propria mano la seguente relazione:
Fui jeri a vedere l’ inscrizione, della quale ella desidera sapere certe circostanze: e la trovai sopra la pietra, che cuopre il di lui sepolcro, il quale e nella parte Orientale dell’ andito Settentrionale tra sei sepolcri o pietre sepolcrali, che poste l’una accanto all’altra, occupano il traverso dell’andito, il più vicino a quell muro, la di cui parte inferiore da esso è stata con pitture del Vecchio Testamento ornate sopra il piano dipinta da Jotto, se ben mi vicordo di quell che mi disse chi mi vi condusse: e per più prontamente trovare esso sepolcro, o per specificare maggiormente il di lui luogo, avendo risguardo alle di lui pitture, è appunto sotto quella parte dell’istoria di Joseppe, dove egli ba tutti i suoi Fratelli intorno di se, e sia per scoprirsi ad essi, sia per riprendergli. Ancora sotto l’inscrizione stanno le armi, che sono &c.
L’inscrizione mandatami dal medesimo è quella, che segue
HICTVMVLVS EST BENOTII
FLORENTINI QVI PROXIMEHASPI
XITHYSTORIA HVCSIBIPISA
NORVMDONAVIT HVMANIT
M. CCCC. LXXVIII.
Tengo anche appresso di me (mandatomi dallo stesso Stenone) il disegno dell’arme di Benozzo, che sotto l’inscrizione si vede, in cui vengono rappresentate due maze incrocicchiare, e nella sommità di ciaseuna èuna palla assai grande, e sopra essa una piccolo pallina, ed assomigliansi a due maze ferrate o siano due scettri: dall’estremità loro pendono due filetti legati, che insieme verso la punta dello scudo si uniscono in forma di una legatura, e al capo di esso si vede come un rastrello di due denti, fotto de’ quali so no tre gigli. (3:90-91)
Benozzo Gozzoli, Florentine Painter
Marvelous then both for its greatness and for its goodness was the work that he did in Pisa, that is to say the painting on a wall facade of the Campo Santo, as far as the building extends, which is adorned with all the stories of the Creation of the World, day by day, then the Ark, the Flood, the Tower of Nimrod, the Burning of Sodom, the Birth of Moses, up to the Exodus of the people of Egypt into the desert: and all the Jewish stories up to David and Solomon. But this was little, compared to what we see done by it for all the cities of Tuscany.
I would therefore like to point out the truth of this fact, which I want to recognize in old memories, what in the city of Pisa itself is seen of Benozzo Gozzoli, apart from what is believed by those who have followed Vasari. But since I couldn’t manage to do it myself, the most pious and eternally glorious memory of the most learned Niccolò Stenone will do it for me. Stenone was first a heretical Lutheran, then in Florence he became a Catholic and an exemplary priest, and finally he was made bishop in Hanover, Germany, near Brunswick. His name is known in the world. He saw the grave of Benozzo in the Camposanto in Pisa and gave me the following report in his own hand:
Yesterday I went to see the inscription, of which I wanted to know certain circumstances. I found it above the stone that covers his tomb, which is located in the eastern part from the northern door, between six tombs of stone lined up one after another. They occupy the intersection closest to this wall, where the lower part is decorated with images of the Old Testament and painted above the paintings of Giotto, if I remember correctly what the person who led me said to me. And immediately, you find the tomb or, to be even more precise about the exact location in terms of its images, just below this part of the story of Joseph, where all his brothers are standing around him, either to be discovered by them or to bring him back. Under the inscription are the weapons that are….
The inscription sent to me by him reads:
This is the tomb of Benozzo of Florence
who painted the histories nearby
the Pisans gave it to him in gratitude in 1478.
I also keep with me the drawing of the coat of arms by Benozzo (sent to me by Stenone himself), which can be seen under the inscription; two crossed clubs are represented and at the top of each is a very large ball, and above this is a small ball, and they resemble two iron clubs or two scepters; from their ends hang two knotted threads that are joined together towards the top of the shield in the form of a ligature, and at the top there is a rake with two teeth, under which are three lilies.