Conclusioni

Un primo bilancio

Il formato video è estremamente vicino al mondo dei giovani, basti pensare al boom di Tik-tok e all’enorme successo di Youtube. Che si tratti di imparare a costruire una capanna in legno, di sapere come vivono gli indiani Cherokee o di come truccarsi per mettere in valore il proprio viso, è diventato normale cercare dei video per saperne di più.

Anche la realizzazione, la didattizzazione e la condivisione di video non necessitano più di competenze specialistiche  e non sono nemmeno ostacolate da prezzi troppo elevati. Gli/le insegnanti che desiderano avvicinarsi a questo mondo possono farlo con una certa facilità.

Ciononostante, non è da sottovalutare l’impegno necessario per produrre un hypervideo. La prima grande difficoltà risiede nella scelta del video adatto. Youtube ed altre piattaforme offrono una scelta sconfinata che aumenta in modo esponenziale ogni giorno: si calcola che, soltanto su Youtube, ogni minuto vengano caricate 500’000 ore di video (statista.com). Se si aggiungono tutte le trasmissioni televisive che possiamo registrare grazie per esempio a Nanoo.tv, i video disponibili su altre piattaforme come Raiplay, ci si rende conto del lavoro che rappresenta la ricerca del video più adatto ai nostri scopi.

Una volta trovato il video bisognerà analizzarlo a fondo, riguardarlo più volte, prendere appunti e decidere in che modo didattizzarlo. Nel nostro caso abbiamo scelto di concentrarci su degli impliciti che andassero oltre la semplice comprensione linguistica e spingessero l’apprendente a sviluppare la propria sensibilità interculturale. Elementi culturali di questa natura non sono sempre facili da individuare, soprattutto non da parte dell’insegnante di madrelingua, che li considera parte del proprio mondo.

Una volta individuati questi elementi, bisogna chiedersi che cosa ne vogliamo fare: in che modo voglio attirare l’attenzione dell’apprendente? Come posso farglieli notare, farglieli capire e poi spingerlo/a ad una riflessione?

Alla riflessione didattica si affiancano decisioni che dipendono da funzionalità tecniche: quali tipo di interazioni voglio inserire in questo video per raggiungere il mio scopo? Delle domande a scelta multipla? Un testo da completare? Voglio inserire degli hotspot che permettano di approfodire il tema a chi lo desidera?
È così che si arriva alla scelta dei tools adeguati alle nostre esigenze. Nella nostra selezione abbiamo citato Edpuzzle e  H5P. Quest’ultimo software è sicuramente il più completo, offre una quantità enorme di possibilità e di opzioni per ogni tipo di interazione. Ma proprio per questo motivo richiede una certa esperienza e abilità nell’usare il software. Per chi fosse alle prime armi, consigliamo piuttosto Edpuzzle.

In conclusione a questo progetto vorremmo da un lato incoraggiare gli insegnanti curiosi di approfondire questo tipo di tecnologie, ma anche metterli in guardia sul grande impegno che rappresenta la realizzazione di un hypervideo. Non si tratta di tools che permettono di realizzare in fretta un esercizio da fare in classe il giorno seguente. Eppure essi permettono, rispetto al più classico e comune agire dell’insegnante che mostra un video in plenum e lo mette in pausa per commentarlo o far riflettere la classe, un apprendimento più individualizzato, oltre che asincrono, e la possibilità, per l’apprendente, di visionare il video rispettando i propri tempi e di verificarne la comprensione in diverse tappe e con diverse modalità di feedback automatizzato.

Possiamo invece consigliare di produrre hypervideo a chi vuole “allenarsi” a riconoscere il potenziale culturale di video autentici. In questo caso l’hypervideo diventa in primo luogo uno strumento di formazione o formazione continua. Ecco perché, come si legge nel prossimo capitolo, desideriamo offrire un corso di formazione per insegnanti, un luogo in cui ritrovarsi, collaborare e condividere gli hypervideo creati insieme.

 

Il nostro corso di formazione

Nell’anno scolastico ’22-’23 verrà offerto un corso di formazione in cui si didattizzeranno dei video da usare in seguito  nelle proprie classi.

Programma

  • andiamo alla ricerca di elementi culturali nei video: alleniamo il nostro occhio!
  • selezioniamo, in un video a scelta, gli elementi che hanno il potenziale di sviluppare la sensibilità interculturale dei/delle nostri/e apprendenti;
  • costruiamo, con Edpuzzle o H5P, le attività del nostro hypervideo;
  • ci confrontiamo con gli/le altri/e partecipanti al corso per testare e migliorare il nostro hypervideo
  • condividiamo i nostri hypervideo e li testiamo nelle nostre classi.

Preparazione prima del corso

  • scegliere, prima del corso, il video sul quale si intende lavorare (per esempio uno di questa lista o un altro a propria scelta);
  • creare un account su https://apps.zum.de prima di venire al corso.

Il giorno del corso

  • portare delle cuffiette per poter lavorare indisturbati sui video. Per le fasi in gruppo, degli audiosplitter saranno messi a disposizione.

 

Possibili sviluppi

Tra i possibili sviluppi auspicabili nell’ambito degli hypervideo ne vorremmo citare almeno tre.

  1. Il primo riguarda la possibilità di condividere parti di video in forma di Open Educational Ressources (OER, risorse didattiche aperte), cioè con licenze che ne permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione per scopi didattici. Al momento ci vediamo estremamente limitate nel nostro margine d’azione. Poiché creare un hypervideo rappresenta un impegno veramente consistente, che si può prevedere di svolgere alcune volte nel corso di un anno ma non regolarmente, sarebbe auspicabile poter condividere, in linea con nuove disposizioni sul copyright, gli hypervideo prodotti oltre le frontiere della propria scuola. 
  2. In tal senso, visto il grande impegno necessario per la ricerca e la didattizzazione di video, sarebbe di grande vantaggio per tutti/e gli/le insegnanti/e la creazione di una piattaforma con funzione di repository per agevolarne la condivisione o l’ampliamento di un prodotto come Nanoo.tv in questo senso.
  3. Non da ultimo, vista la diffusione sempre maggiore degli hypervideo in ambito didattico, ci  sembra indispensabile che vengano condotti anche degli studi sugli effetti dell’uso di queste tecnologie sullo sviluppo della sensibilità interculturale e che un progetto di sviluppo, per esempio sostenuto dall’Ufficio Federale della Cultura nell’ambito dell’Ordinanza sulla Legge sulle lingue, permetta la produzione di altri hypervideo in un contesto monitorato da diversi/e specialisti/e di didattica delle lingue straniere. Insomma: un progetto più ampio del presente, molto più limitato nelle sue dimensioni.

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